– David Romano
“Ciao fra, vuoi venire a suonare Rain con i dodici violoncelli del Regio a Gualtieri?”
“Certo Ezio, quando?”
“Domani sera”
“Domani sera? E come cazzo faccio?”
“Ti metti in treno, scendi a Reggio Emilia e ti faccio venire a prendere”
“Ok”
Funzionava così.
Lui chiamava e io dicevo sì.
Quindi prendo il treno, arrivo a Reggio e mi vengono a prendere.
Arriviamo a Gualtieri e vado direttamente in teatro. Ezio sta provando con i violoncelli.
Come spesso succedeva, ad un certo punto gli parte uno sbrocco da guerra termonucleare e allora tutti a fare aperitivo.
Poi a cena da Arneo, l’imperatore del tortello di zucca.
Beviamo, mangiamo, beviamo.
A un certo punto Samuele
mi dice in un orecchio – “secondo me il capo si è dimenticato che dobbiamo fare le luci per domani sera”
E allora beviamo ancora un po’.
A un certo punto, saranno state più o meno le 1.30, il capo, Ezio, batte le mani e dice
“Andiamo?”
“Ma dove?”
“A fare le luci!”
E che fai, non vai a fare le luci tutti mbriachi?
Quindi ci mettiamo in macchina e andiamo nella piazza di Gualtieri e Samu comincia a saltare da americana a stativo come fosse Tarzan, Ezio lo telecomanda da giù con il suo sguardo bionico e tolleranza di millimetri sui puntamenti.
Io sono mbriaco, leggermente distrutto e dopo aver tentato inutilmente di dare una mano mi appoggio sul pianale del camion delle luci.
Commetto una leggerezza.
Mi appoggio, ma solo un attimo, al violino, stendendomi sul pianale.
La cosa che poi ricordo è Ezio che mi dice che hanno finito e che dobbiamo andare.
La mattina dopo, in prova, c’è troppa gente che ride al mio arrivo.
Già, perché ero diventato il nuovo soggetto del suo progetto coi dormienti, di cui allego un sample.
Io non ho selfie con Ezio.
Tranne questo