– Oscar Giammarinaro
Quando anche una seconda compagna di Conservatorio mi disse “Ho conosciuto tuo fratello… E così anche lui studia contrabbasso ed è un mod, proprio come te!”, capii chiaramente cosa stava succedendo. Io sono figlio unico, ma avevo un compagno di classe di 7 anni più giovane che si legò a me fin da subito e, grazie anche a una certa somiglianza fisica, decise che poteva presentarsi a tutti come mio fratello.
A me la cosa piacque e divertì immediatamente e da allora ci chiamiamo semplicemente “fra”. Quando iniziò il suo percorso scolastico al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, in prima media, Ezio Bosso era davvero un bambino, un po’ paffutello. Mi ricordava il servo di Zagor (il fumetto della Bonelli), chiamato Cico (o meglio Xico), e lo soprannominai così. Lui accettò di buon grado il soprannome, anche se già 2 anni dopo era un figurino mod cresciuto ed elegante che frequentava piazza Statuto e l’anno seguente divenne il bassista degli Statuto.
Con noi suonò circa un anno, poco, perché aveva troppo talento e creatività per stare all’interno di una band che eseguiva canzonette, magari belle e gradevoli, ma che non necessitavano di qualità compositiva ed esecutiva che invece Xico voleva e sapeva esprimere.
Il divario tra lui e noi, altri componenti del gruppo, era tale da far risultare le sue note come “troppe”, o meglio “troppo” qualitative per una band underground che aveva ancora tutto da imparare (ascoltate la sua performance nel brano “Finta Diva” contenuta nel nostro disco “Vacanze”, per capirci).
Dopo di noi, non suonò più con alcuna band di musica “leggera”. Si dedicò ovviamente alla classica, ma anche al jazz.